IL MINISTRO DELLA DIFESA INCONTRA IL COCER INTERFORZE

POSIZIONE LIBERA E INDIPENDENTE SUL DECRETO DI PAOLA
Questo file racchiude le proposte di Marco Votano e Girolamo Foti per quanto attiene al Decreto discendente sulla riforma dello strumento militare, pubblicato ai sensi dell'art. 21 della costituzione
PARERE DI MINORANZA LEGGE 244.pdf
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In data 08 novembre 2012, Il Ministro della Difesa Gianpaolo Di Paola ha incontrato il Co.Ce.R. Interforze per fare il punto della situazione su materie di fondamentale importanza per il personale militare.

 

L’incontro si è svolto in un clima cordiale anche sé non sono mancate battute al vetriolo e un paio di interventi (uno in particolare, da parte di un Sottufficiale del Co.Ce.R. E.I.), giudicato dallo stesso Ministro molto ma molto “istituzionale”.

In quella sede, il Ministro Di Paola ha confermato la linea e lo scopo del documento 3271 (riforma dello strumento militare) appena passato al Senato, ribadendo che non è più sostenibile per il paese uno strumento militare superiore alle 150.000 unità, nonché un sistema previdenziale marcatamente differenziato in capo al personale militare.

Non solo ridimensionamenti però, infatti non si è esitato a dire ( e qui la buona notizia), che il governo “e dunque il Ministro” hanno espresso parere favorevole sull’emendamento che tende a stabilizzare l’attuale personale VFP/4 in possesso dei requisiti, fino al riempimento del ruolo Graduati!.

Di seguito, si riporta l’intervento integrale del Delegato Co.Ce.R. E.I. Marco VOTANO in occasione del predetto incontro:



Signor Ministro della Difesa, Onorevole Segretario, Signor Capo di Stato Maggiore della Difesa buonasera a tutti voi ed alle Autorità convenute.

Il mio intervento Signor Ministro, che è a titolo personale, è volto ad offrire due punti di riflessione su quanto udito oggi in questa sede, sia dall’intervento dei colleghi Delegati che mi hanno preceduto, sia pure dalle risposte che Ella ha propinato, non prima però, di comunicarle che apprendo con favore quanto da Lei appena riferito, ed in particolare sull’opportunità, avvallata con parere favorevole del Governo, di stabilizzare i VFP/4 fino al riempimento dei Ruoli.

Questo darà un ottimo margine di stabilizzazione ai nostri ragazzi. Certamente rammenta, che ciò era una delle principali priorità per le categorie che rappresento, e che tale richiesta unitamente ad altre, era inserita nella lettera che Le consegnai personalmente in occasione del nostro precedente incontro.

Generalmente Signor Ministro, sono una persona che tende a vedere il bicchiere mezzo pieno, e dunque prendo atto che a differenza di come si era partiti sull’armonizzazione del sistema previdenziale, ad oggi si è riusciti a non intaccare l’istituto dell’ausiliaria, pur messo in discussione ad inizio lavori, non che il mantenimento dei cinque anni di riscatto, che sembrava, inevitabilmente volgere ad un dimezzamento.

In tempi non sospetti dichiarai in occasione dell’incontro con i vertici militari che intuivo le motivazioni per le quali non ci venivano comunicati i dati ed i piani del Governo in merito ai provvedimenti che doveva assumere in capo al personale da noi rappresentato, e cioè a mio capire che eventuali corporazioni interne avrebbero rallentato un’inevitabile processo, e che il Governo, come fatto per gli altri settori della Pubblica Amministrazione avrebbe comunque proseguito in maniera spedita verso le riforme. Chiesi in quell’occasione, a che i vertici militari facessero quanto più possibile per salvaguardare il personale più esposto alla crisi, e cioè quello economicamente più debole.

Noi Volontari siamo consci del periodo difficile che sta attraversando il nostro Paese, abbiamo fatto molti sacrifici e ancora ne stiamo facendo, pur tuttavia, adesso i Graduati, a fronte di tutti questi sacrifici si aspettano qualcosa, ed io quel qualcosa lo intravedo proprio nell’Atto Senato 3271, ed in particolare nell’Art. 3 comma 1 lettera d; del disegno di Legge Delega per la revisione dello strumento militare, che per una maggiore comprensione del mio contributo all’auditorio leggerò: “revisione della disciplina in materia di reclutamento, stato giuridico e avanzamento del personale militare, non ché in materia di formazione, in aderenza al nuovo assetto organizzativo dello strumento militare, e nell’ottica della valorizzazione delle professionalità”.

Mi consenta Signor Ministro di richiamare ciò che Machiavelli diceva al Principe, e cioè, che la fortuna è come un fiume in piena, se noi riusciamo a trasformare un evento sfortunato che può essere paragonato a tutte le ristrettezze, i sacrifici e i ridimensionamenti che dobbiamo affrontare, in un evento fortunato, basta modificare gli argini del fiume.

Ora Signor Ministro, io non sono Machiavelli né Lei il Principe, però, ed entro nel merito della riflessione inizialmente premessa, quello che oggi emerge da questo incontro sono essenzialmente due dati:

Da un lato il Paese ha l’esigenza di dotarsi di uno strumento militare pronto, tecnologicamente avanzato, ridimensionato nei numeri parimente efficiente e operativo, quindi, mi consenta Signor Ministro, io aggiungerei giovane!.

Dall’altro lato, abbiamo assistito a richieste sempre più frequenti, e che io condivido, di un maggiore coinvolgimento della Rappresentanza militare in queste tematiche così importanti per tutto il personale, dando un senso alla specificità del comparto.

Adesso, collimare queste due posizioni non è affatto impossibile, e questo può avvenire proprio con il richiamato paragrafo “d”. Infatti, al momento in cui bisognerà produrre i decreti attuativi della Legge delega oggi in discussione, in particolare per la parte che afferisce al personale, si potrebbe, di concerto con la Rappresentanza militare, e dando dunque seguito all’Art. 19 della legge sulla specificità, trovare soluzioni che possano da un lato rimediare all’annosa problematica dell’invecchiamento del personale impiegato in prima linea, e penso anche ai Graduati, all’appiattimento dei parametri stipendiali e alla stagnazione nel grado di Caporale Maggiore Capo Scelto per quasi 30 anni, dall’altro, risolvere il problema dell’invecchiamento del personale Volontario che necessita comunque, in generale, di una preparazione fisica e di prestazioni strettamente legate all’età anagrafica.

Tutto questo sarebbe possibile predisponendo, proprio a mente dell’Art. 3 comma 1 lettera d della Legge delega, il passaggio per anzianità, appunto per svecchiare il personale, dal Ruolo Graduati al Ruolo Sergenti, in considerazione del fatto che ad oggi vi è per il Ruolo Sergenti una vacanza di circa 8000 posti.

Termino il mio intervento col ribadire che quanto detto, oltre che liberare posti che verrebbero riempiti da giovani tra le fila dei Graduati, darebbe obiettivi e motivazioni pregnanti a chi come detto subisce le maggiori penalizzazioni dall’attuale stagnazione nel grado, valorizzandone professionalità e competenza acquisita sul campo.

Oggi io vedo un’opportunità, un margine da poter cambiare per fare di necessità virtù.

Ringrazio tutti per la cortese attenzione.



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