COCER TRASPARENTE ATTO I       SINDACATO O RAPPRESENTANZA MILITARE                 (COSTI DELLA R.M. ED INCISIVITÀ)

 

Gentili colleghi e colleghe per vostra informazione,

 

Come annunciato dal comunicato precedente posto il primo di una lunga serie di argomenti da me trattati durante l’espletamento del mandato, chi non conoscesse le origini della vicenda può cliccare qui [1].

 

Oggi si parla di costi della rappresentanza e di riforma della stessa, ma cominciamo dall’inizio:

 

Nel Settembre del 2012, insediatomi da qualche mese mi trovai subito alle prese con una questione fondamentale, fondamentale per due ordini di motivi, primo perché vi era la possibilità di incontrare il Ministro della Difesa Di Paola in un momento dove si stava varando la Legge quadro sulla riforma dello strumento militare e si prospettava il taglio di oltre 20.000 unità, l’altro perché era un periodo particolare anche per la tanto attesa riforma della rappresentanza, infatti, cera molto mugugno per via del fatto che a noi sezione Esercito ci avevano alloggiato in appartamenti presso la “Cecchignola”. Si animo ricordo bene in quel periodo un’accesa discussione su chi optava per la richiesta di un sindacato e chi invece voleva tornare alle vecchie abitudini (forfettaria ed analitica) mantenendo il sistema di rappresentanza gerarchizzato e non sindacale.

 

A questo punto, rinviando la prima problematica ad articolo ad essa dedicato, vi spiego la mia posizione le ragioni le azioni ed i risvolti sulla scelta di optare per un sindacato o al massimo, nella peggiore delle ipotesi, ad un riconoscimento al diritto di associazione, al riconoscimento della personalità giuridica ed all’indipendenza economico-amministrativa della rappresentanza militare.

In primo luogo comincio col chiamare una moltitudine di colleghi per chiedere loro per cosa avrebbero optato, la risposta fu quella del sindacato.

 

A questo punto, approfittando dell’incontro con il Ministro, preparo una lettera aperta condivisa con il collega Girolamo nella quale esprimo la mia opinione su diversi aspetti, dai tagli del personale previsti per la riforme dello strumento militare “chiedendo di tagliare più dirigenti e meno giovani Volontari”,  ai tagli di spesa derivanti dalla “spending review” fino a toccare l’argomento della rappresentanza con esplicita richiesta di un sindacato, per il punto estrapolo periodo della missiva al Sig. Ministro della Difesa:

 

<< Inoltre, se tale rappresentanza incide sui costi della Difesa , in occasione della ristrutturazione del modello difesa , sarebbe opportuna una riforma della rappresentanza militare di tipo sindacale “richiesta dalla maggioranza del personale” la quale non graverebbe certamente sulle casse già vuote della nostra amministrazione>>.

 

Per chi fosse interessato a visionare l’intero contenuto della sopra richiamata lettera, clicchi qui[2].

 

Nell’anno 2013 chiediamo ed otteniamo un’assise come COIR delle Forze Operative Terrestri. Si organizza quindi una Video Conferenza con tutti i rappresentanti di base che è opportuno ricordare compone circa il 75% della Forza Armata Esercito. A questa mega riunione vengono esposti i più svariati problemi, da cui uscì un documento che li racchiudeva tutti. Emerse in quell’occasione una esplicita richiesta di cambiamento che i nostri rappresentanti di base auspicavano in seno alla rappresentanza ed alla sua riforma, dunque in quella sede procedemmo ad una votazione per alzata di mano su chi optava per una riforma della rappresentanza sempre interna all’amministrazione difesa oppure ad una riforma di tipo sindacale.

 

La votazione dei nostri colleghi COBAR non lasciò dubbi sulla volontà espressa dalla base, e cioè il 97% dei partecipanti, ognuno di loro rappresentante a sua volta di circa 250 colleghi scelse una riforma della rappresentanza dei militari di tipo sindacale, il 3% si astenne, nessuno votò contro.

 

A questo punto qualcuno dei lettori probabilmente si starà chiedendo come mai all’interno della Categoria D del COCER sono solo 3 rappresentanti su 9 che sostengono il riconoscimento dei diritti sindacali ed una riforma che vada in questa direzione!

 

Be… gentili colleghi, io come premesso vi do la mia posizione, nata dall’obbligo morale intellettuale e regolamentare di espletare il mandato quale rappresentante delle istanze provenienti dalla base, e logica vuole che se la base chiede una riforma di tipo sindacale, e quella base è il 75% dei rappresentati allora come Delegato Cocer  ho l’obbligo di portare avanti le mie azioni indirizzate a chiedere questo, rappresentare questa posizione e non la posizione del Capo di Stato Maggiore della Difesa  (per chi non conoscesse la posizione di SMD può cliccare qui).

 

Secondo il mio punto di vista non devono e non possono esistere posizioni “personali” là dove i colleghi di categoria per le quali ci si trova ai massimi livelli della rappresentanza ti esprimono una linea chiara tu Delegato non dovresti esprimerti su tutt’altra posizione!!

 

Non crediate però care lettrici e cari lettori che la storia sia limitata a questo, o che siano solo i colleghi della nostra categoria a discostarsi dal volere della base, “molto tiepidi” a mio avviso, rispetto a quanto espresso in più occasioni. Basta pensare che, per citarne una, anche il COIR delle Forze Operative Terrestri (il più grande COIR delle Forze Armate), ipotizzava con delibera  n. 7 del 10 gennaio 2013 la sindacalizzazione della rappresentanza militare. E addirittura con Delibera del 4 febbraio 2015 il Co.I.R. affiancato al Comando delle Forze Operative Terrestri dell'Esercito Italiano  deliberava all’unanimità di esprimere parere favorevole alle sole proposte di legge che riconoscono il diritto di associazione ed i diritti sindacali al personale militare.

 

Ma non è di certo l’unico COIR  che ha deliberato in tal senso, Basti pensare al COIR del Comando Logistico dell’Esercito con documento datato 1 luglio 2014 comincia la sua analisi così:

 

<<Da un'attenta analisi delle fonti di diritto internazionale si evince in modo inequivocabile che il sistema italiano risulta essere incompatibile con le garanzie e le libertà stabilite dagli accordi internazionali con cui le istituzioni europee hanno invitato gli stati aderenti a riconoscere ai militari forme di tutela professionale associativa, indipendente e autonoma rispetto all'amministrazione statale>>.

 

E conclude così:

 

<<Anche noi delegati facenti parte del Consiglio Intermedio di Rappresentanza, consapevoli della scarsa incisività dello strumento della rappresentanza militare, siamo ormai convinti che una sola struttura e per di più interna, non sia sufficientemente efficace né per una funzionalità senza sprechi né tanto meno per il raggiungimento di migliori standard qualitativi e qualificativi. Nelle stesse esperienze maturate come rappresentanti si è via via consolidata la consapevolezza che l'origine dei numerosi limiti della Rappresentanza è di natura genetica>>.

 

Mentre il COIR del Comando Militare della Capitale con delibera 70/2014 del 15 aprile 2014 all’unanimità auspica, sentita la base la quale aspira ad un sistema sindacale, che si proceda in tempi ragionevolmente rapidi, e che nel frattempo possano essere apportate sostanziali modifiche all’attuale sistema di Rappresentanza.

 

A questo punto mi vengono in mente tanti interrogativi del tipo:

 

 Ma se messi assieme questi COIR rappresentano la voce di circa il 96% dei militari dell’Esercito Italiano, ma allora, da dove trae il COCER ESERCITO la sua convinzione quando riferisce in Commissione Difesa???

 

Chi o quale volontà sta rappresentando alla politica se quella del personale rappresentato, che ha votato ogni singolo elemento di quel consiglio ha un’opinione ben chiara e non sembrerebbe quella espressa dal COCER EI ???

 

Se ci fosse lo strumento della sfiducia cosa voterebbero i Rappresentanti dei Consigli di Base e dei Co.I.R. oggi???

 

E’ plausibile che una maggioranza del COCER EI possa esprimere una minoranza dei rappresentati su un tema così delicato come quello dei diritti???

 

Sbaglio io a continuare per questa strada e a non allinearmi e vedermi respinte non so perché mozioni su mozioni sui più variegati argomenti o sbagliano loro?

Sbaglio io che ricevo lettere di proposte di punizioni e processioni per consegne di rigore da quando faccio il rappresentante e continuo imperterrito o sbagliano loro a non osare???

 

Andiamo avanti, e vediamo come si è evoluta fino ad arrivare ai giorni nostri questa tematica, non mancheranno le sorprese.

 

Nel mese di febbraio 2014 con delibera n. 8 il collega Girolamo Foti viene designato dalla categoria al fine di partecipare al gruppo di lavoro per la riforma della rappresentanza (per accedere alla delibera 8 clicca qui [4]).

 

Dovete sapere, cari colleghi, che chi è titolare per la categoria ad un di un gruppo di lavoro, da quando esiste il COCER è lui per prassi consolidata colui che partecipa ai lavori ed alle eventuali convocazioni della Commissione Difesa, tenete a mente questo passaggio, poiché all’epoca dovevano ancora intervenire sia la sentenza della Corte di Strasburgo sul caso francese e sul riconoscimento del diritto ad associarsi, sia l’accelerazione dei provvedimenti in Commissione Difesa.

 

Coerentemente con quanto rappresentato e legittimato dai colleghi in video tele conferenza, comincio a cercare informazioni dettagliate sugli eventuale risparmi di spesa che si potevano ottenere dotando i militari di uno strumento economicamente autonomo. L’occasione fu quella data dal Ministro dell’Economia e delle Finanze che “per coincidenza“ inserì nella legge di stabilità riferita al 2015 il taglio del 50% dei Delegati COBAR COIR e COCER, e delle risorse destinate alla Rappresentanza Militare a seguito di una posizione unitaria e inusualmente “dura” della rappresentanza e dei sindacati di polizia uniti per chiedere lo sblocco delle indennità, degli assegni di funzione e di quelli legati alla promozione del grado che il Governo si apprestava a rinnovare.

 

Per la prima volta, a mio modo di vedere, il CoCeR Interforze stava interpretando al meglio il proprio ruolo e ottenendo un risultato “forse l’unico degno di nota”, unitamente ai sindacati di Polizia e grazie anche, secondo me, alla “manifestazione” fatta in piazza nel settembre di quell’anno, ottenendo la giusta attenzione e considerazione da parte del Governo per quanto riguarda lo sblocco degli accessori sopra menzionati.

 

Tornando a noi, chiedo con mozione presso il COCER EI di conoscere il consultivo delle spese [5] al fine di non prestare il fianco a critiche che effettivamente avevano il loro fondamento chiedendo un codice di autoregolamentazione dove con una modifica delle convocazioni ed una massimizzazione del tempo trascorso presso la sede di Roma si potevano risparmiare fino al il 35% delle spese di missione. Mozione bocciata dal Consiglio.

 

Fra tanto, sempre facendo riferimento alla riforma della rappresentanza, per me era ormai chiaro che occorreva avere una strategia ed una exit-strategy, nel senso che dovevo mettere in campo due proposte, una primaria che chiedesse  il pieno riconoscimento dei diritti associativo sindacali al personale, ed una alternativa (considerate le posizioni di SMD e della maggioranza di Governo (si veda per questo il progetto di Legge a prima firma dell’On. Callipari PD), che non mi tenesse fuori dal dibattito e che poteva chiedere l’affermazione di importanti principi ritenuti “il minimo sindacale”.

 

Per sintetizzare, queste modifiche richieste, unitamente alla necessità di riconoscere le Associazioni fra militari  per una più incisiva riforma e non una riformetta, dovevano prevedere a che si divenisse parte sociale, che avesse autonomia economica e gestionale, in grado di tutelare il personale anche in sede giuridica e che potesse tutelare i delegati da eventuali “ripercussioni” nello svolgimento del mandato,  e inoltre, avere piena libertà di espressione in riferimento ai rapporti con organi di stampa fin dal livello di base, che si organizzasse a livello intermedio su base regionale e, soprattutto, che avesse reali poteri di concertazione (sostanzialmente un sindacato chiamato rappresentanza).

Per quanto detto in occasione dell’audizione dei COIR presso la Commissione Difesa redai un documento, emendato e condiviso dai colleghi di categoria del COIR (tutti tranne uno), il quale fu depositato presso la Commissione dal collega Migliore Domenico, demandato da noi a partecipare all’audizione.  Clicca per il documento integrale [6]. La exit strategy era dunque in campo, e noi del COIR pronti al passo successivo.

 

Siamo così arrivati alla fatidica data del 02.ottobre 2014, magari a molti non dice nulla ma, questa è la data in cui la Corte di Strasburgo si esprime su un ricorso presentato da un militare francese che si vedeva negato il diritto di aderire ad un sindacato militare. Bene, la Suprema Corte Europea dà ragione al militare e torto alla Francia, ribadendo un concetto già più volte espresso in ambito Europeo ma mai per sentenza (che diventa vincolante per lo Stato che la subisce e dirimente per gli altri Stati facenti parte la Comunità Europea!. Clicca qui per scaricare l’articolo e la traduzione in italiano della sentenza [7].

 

Questo fatto mette in moto diversi partiti e movimenti che cominciano a depositare proposte di legge sul riconoscimento dei diritti sindacali ai militari. Per gli appassionati cliccare qui [8] (per scaricare tutti i provvedimenti riferiti, che si trovano in Commissione Difesa e gli interventi dei parlamentari al riguardo), ove si predisponeva un comitato ristretto che facesse una sintesi dei provvedimenti depositati e prevedesse un giro di audizioni fra giuristi (per verificare la cogenza della sentenza europea sul diritto italiano) e predisporre un ulteriore convocazione dei COCER.

Viene indetta dunque una riunione del COCER INTERFORZE, l’argomento era l’analisi della legge di stabilità ove inserita fra gli articoli, precisamente all’articolo 21, vi era il dimezzamento delle rappresentanza militari e dei fondi ad esse dedicati.

 

Fu una delle rarissime volte dove vi era il numero legale, la Presidenza viene assunta dal Generale dei carabinieri Cotticelli e in questa vicenda, secondo il mio parere, si può sintetizzare l’origine della spaccatura del COCER INTERFORZE sull’argomento, non che i blocchi delle categorie che sono fortemente contrari alla concessione dei diritti sindacali ed associati del personale militare.

 

Vi riporto gli eventi ed a voi le valutazioni del caso:

 

Era il 29 ottobre 2014, il COCER INTERFORZE riunito, a seguito di discussione presento una mozione atta a deliberare sulla concessione dei diritti associativi di tipo sindacale per i militari, con annesso un comunicato stampa diretto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

 

Tale mia proposta deve aver colto di sorpresa, infatti si accese subito una discussione anche animata dove inizialmente il presidente del COCER Esercito il Generale Gerometta, dopo la lettura della mozione e probabilmente appreso che vi erano i numeri sufficienti per deliberare, chiese da prima di sospendere la seduta al fine di riunirsi con la propria categoria di Ufficiali, al che altri delegati del consiglio si opposero poiché la discussione era arrivata al suo termine, gli interventi erano stati effettuati così pure le repliche, era solo il momento di votare o astenersi. Il presidente Cotticelli dunque, saggiamente secondo me, rimise al voto dell’assemblea tale richiesta di interruzione dei lavori da parte della categoria Ufficiali e l’assemblea votò contraria. Era dunque il momento di avviare le votazioni per la mozione e l’annesso comunicato stampa, c’eravamo quasi, il COCER INTERFORZE avrebbe preso finalmente una posizione ufficiale sulla questione ma………   colpo di scena!! Tutti gli Ufficiali presenti alla riunione uscirono dall’aula tranne 3 (il presidente Cotticelli che dirigeva la riunione, un Ufficiale della Guardia di Finanza ed uno di Marina). (per correttezza d’informazione faccio presente che il Colonnello Bottacchiari dell’Aereonautica, da sempre schierato per il riconoscimento dei diritti sindacali come pure la maggioranza del suo COCER, non era presente poiché in missione unitamente ad una delegazione del Cocer Aereonautica presso altra sede).

 

Immaginate il trambusto di quei momenti, dovete sapere che se ci si allontana volontariamente ai sensi del così detto art. 913 dall’aula, e il consiglio non ha il numero del 50% + 1 per deliberare, la riunione decade e non si può procedere a votazione.

 

Naturalmente, coerentemente con la posizione espressa da sempre in Consiglio, si alzarono al seguito del Presidente del Co.Ce.R. EI anche i 4 sottufficiali rappresentanti dei marescialli più 4 rappresentanti dei Graduati e Volontari dell’Esercito.

Cadde dunque il numero legale con gran disappunto di coloro che restarono in aula e che non furono in condizione di votare.

 

In quel momento ebbi la sensazione che una parte dei rappresentanti fuggiva dalla realtà, che nonostante un rilevantissimo numero di personale, da loro e da noi rappresentato chiedesse il riconoscimento dei diritti associativi, loro facessero scelte differenti incuranti di ciò che esprimeva la base al riguardo ma non solo, incuranti perfino delle delibere di Coir collegati che più o meno esplicitamente chiedevano e chiedono il riconoscimento dei diritti associativo sindacali.

 

Vedere compostamente ed educatamente in fila, dietro al Presidente del COCER EI tutta la categoria Sottufficiali, il rappresentante presente dei Sergenti e la metà dei miei colleghi Graduati guadagnare con velocità l’uscita, al fine di non permettere la deliberazione del Co.Ce.R. INTERFORZE potrebbe far pensare all’ultima spiaggia, ad un comportamento volutamente compiuto per ottenere un risultato o non farlo ottenere ad un’altra parte, per carità legittimo, in alcuni casi, ma non secondo me opportuno quando si parla di diritti nel senso più nobile della parola.

 

Per scaricare la mozione e l’annesso comunicato stampa clicca [9] e qui [10].

 

Devo essere sincero, in quel momento pensai non so perché al Movimento dei Militari Democratici nato negli anni 70 da un gruppo di Sottufficiali, i quali si batterono, anche a costo di un altissimo prezzo, per i diritti di cui oggi godiamo tutti noi militari, anche coloro che in fila, ordinatamente, guadagnano l’uscita.

 

 

 

To be continue………

 

* La seconda parte della mia esperienza e delle mie personali riflessioni sull’argomento li pubblicherò entro Domenica 1 novembre 2015

 

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