LA COSTITUZIONE - DIRITTO AL LAVORO ED ALLA SALUTE
Troppo spesso i temi legati alla salute ed alla sicurezza di lavoratori finiscono, non è solo il caso di Ilva, con l'essere marginali nonostante morti, infortuni, malattie professionali ed
ambientali, forniscono ogni anno statistiche impietose. La visibilità dei lavoratori e delle loro problematiche sono, spesso, legate a vicende tragiche. Parimenti si continua ad ignorare la relazione
tra l'ambiente interno, le sue problematiche, con quelle esterne ad esso, la recente ordinanza del Gip di Taranto a seguito di una indagine sanitaria, ha confermato scientificamente la relazione di
decessi avvenuti fuori dalla grande fabbrica con alcuni inquinanti prodotti dalla sua area a caldo. I lavoratori, la loro storia personale e quella delle loro organizzazioni nel passato, oggi anche
nella città, rivendicano, più che mai, il diritto alla salute e sicurezza nel segno di quelli sanciti dalla Costituzione italiana, unitamente alla loro dignità di lavoratori e cittadini.
Investire nella sicurezza e sull'ambiente di lavoro non può essere considerato un peso economico, né una mera enunciazione. Rivendicare il diritto dei lavoratori alla formazione ed all'informazione è giusto, gli investimenti in tale direzione necessari, utili e lungimiranti.
E' necessario conoscere non solo le origini delle malattie professionali, ma rendere trasparenti i dati e le informazioni che si conoscono.
Basta pensare per citare giusto il più eclatante, il caso dell’uranio impoverito e dei suoi effetti, non che per ultimo (ma non meno importante), ciò che sta emergendo dalle problematiche legate all’amianto.
Investire sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è e non solo, un dovere morale.